L'Associazione “Cittadinanza per la Magistratura” è un'associazione antimafia apartitica nata circa due anni fa per unire il fronte antimafia non solo nel ricordo delle vittime, ma in pratiche quotidiane di sostegno a chi oggi, fra mille difficoltà, attua la Costituzione contrastando la criminalità a rischio della propria vita. Noi volontari dell'Associazione “Cittadinanza per la magistratura”, insieme alle autorità civili e religiose, ai familiari delle vittime di mafia e ai cittadini qui presenti, rendiamo onore al merito di tutte quelle donne e quegli uomini caduti sotto la vile mano mafiosa, il cui sacrificio ci spinge a continuare con sempre maggiore convinzione la loro lotta contro un sistema che ieri ha distrutto la vita di intere famiglie e oggi occulta la verità sulla tragica trattativa Stato-mafia, nel cui processo siamo significativamente presenti come parte civile, come simbolo di un'intera collettività ferita da quella oscura ora della storia d'Italia. La Verità, alto ideale da sempre perseguito da Mario Francese e Beppe Alfano, cui è giustamente dedicata la giornata odierna.
Mentre celebriamo qui, oggi, un gioioso connubio fra impegno civico, legalità e sport, a Roma truppe al soldo di un potente Cavaliere consumano il truce spettacolo di una democrazia agli sgoccioli. A Roma, in questo momento, si sta manifestando contro una delle fondamentali istituzioni della Repubblica: la Magistratura. Non, quindi, una legittima critica all'operato di un singolo magistrato, accettabile in sé, quando i toni siano appropriati. Si tratta, al contrario, di un volgare attacco frontale da parte di chi da vent'anni rappresenta il potere esecutivo contro l'altro fondamentale potere dello Stato, quello giudiziario. Una manifestazione contro la magistratura è uno scandalo senza precedenti, che si spiega alla luce del tentativo della politica di coprire i misfatti del potente di turno, offrendogli immunità di retaggio medioevale.
Chi oggi parla di uso politico della giustizia dovrebbe chiedersi, invece, se non abbia fatto un uso criminale della politica. Screditare la Magistratura significa indebolirla, proprio là dove più forte essa dovrebbe sentire l'abbraccio dell'intera Nazione, per continuare proficuamente nell'opera di contrasto alle mafie che tanti grandi uomini ha visto cadere e che impegna oggi i più validi dei nostri magistrati, cui deve andare un ringraziamento corale che sommerga gli indecenti sberleffi di chi ha usato la Res Publica come cosa propria. Vanno, quindi, rigettate con forza le reiterate accuse mosse oggi da chi, col suo contegno, riporta alla mente i bui tempi del Ventennio fascista, allorquando una serie di inaccettabili provvedimenti fu mortale scure dell’indipendenza della magistratura, determinando la sua sostanziale sottoposizione al potere esecutivo. La difesa dell’operato della magistratura non vuole essere, sia chiaro, una aprioristica e ingiustificata presa di posizione a favore di singoli magistrati, ma della intera Istituzione magistratuale, a fronte di una parte politica che sistematicamente oltraggia la dignità e l’onore di tutto l’organo giudiziario, agendo nel rovinoso intento di scardinare uno dei principi basilari della democrazia, la separazione dei poteri, in nome del quale ripetute e sanguinose battaglie si sono compiute negli ultimi secoli della storia europea.
Di fronte a chi oggi tenta di minare l'architettura costituzionale che i nostri Padri e partigiani hanno costruito con il sudore della fronte e il sangue, noi opponiamo lo sdegno di un intero popolo che sa ancora riconoscersi nei valori di giustizia, verità, eguaglianza di fronte alla legge, solidarietà. Noi siamo la resistenza civile di chi crede ancora nella legge come sacrificio dei singoli per il bene comune, di chi pensa che non possano esserci alti onori senza altrettanto alti oneri, di chi pretende che chi sbaglia si deve assumere le proprie responsabilità e pagare, una volta e per tutte.
Guido Noto La Diega
Cittadinanza per la Magistratura
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