lunedì 2 aprile 2012

progetto "Antimafia a scuola"

La scorsa settimana è stato avviato il progetto “Antimafia a scuola” fortemente voluto e ideato dal Comitato Cittadinanza per la Magistratura e realizzato in collaborazione con la fondazione Progetto Legalità. Il progetto si pone l’obiettivo di creare tra le scolaresche una nuova sensibilità che sappia essere vigile e attenta nell’allertare le coscienze dei discenti se posti di fronte al fenomeno “mafia”. Si pone quindi come strumento informativo e conoscitivo oltre che fonte di arricchimento.

La scuola pilota del nostro progetto è stata la scuola media Borgese. I ragazzi che hanno partecipato all’incontro erano di prima, seconda e terza media, e sono arrivati all’incontro già preparati sul tema e abbastanza motivati. La scuola media Borgese ha un’utenza medio bassa, molti ragazzini sono a rischio, situazioni familiari non ottimali si mescolano a situazioni dove la violenza è all’ordine del giorno o ancora, dove la famiglia non esiste, ma al suo posto c’è una casa famiglia. Queste circostanze hanno decisamente avuto un forte impatto emotivo su chi si è accostato loro per parlare di antimafia.

L’incontro è stato diviso in tre parti ciascuna delle quali ha coinvolto i ragazzi in modo diverso. Dopo la presentazione del nostro Comitato e di come siamo nati, abbiamo avviato il progetto chiedendo ai ragazzi cosa loro suggerisse la parola “mafia”. Ne sono saltate fuori tante di parole, parole che esprimevano un rifiuto consapevole, sorprendente da ragazzini tanto difficili, ma importante, interessante perché sintomo del fatto che una breccia esiste, basta solo trovarla.

Dopo questa prima fase di elicitazione, è stato proiettato il Docu-film “Io ricordo”, storia di un ragazzino, Giovanni, nato il 23 Maggio 1992, nello stesso giorno della strage di Capaci. La storia di questo ragazzino è lo spunto per un’altra storia nella storia, quella della mafia raccontata dalle sue vittime, la mafia raccontata dai figli degli imprenditori uccisi, dalle mogli di magistrati o di esponenti delle forze dell’ordine, la mafia che diventa un carciofo le cui foglie sono le varie cosche, e un bicchiere di aspirina che ricorda l’acido dove fu sciolto il piccolo Giuseppe di Matteo. La mafia raccontata nel quartiere della Zisa, il quartiere di Falcone e Borsellino. La mafia raccontata a dei ragazzini con gli occhi di un ragazzino. Guardandoli durante la proiezione video si è potuto notare un interesse da parte loro, hanno seguito la storia facendo anche delle domande laddove qualcosa non fosse per loro chiaro.

Al termine della proiezione abbiamo avuto un vivace scambio di opinioni con gli studenti. Abbiamo sia posto delle domande che risposto alle loro domande. La domanda che più di tutte ha sollecitato molto attivamente la loro curiosità ha riguardato il motivo per il quale conviene essere contro la mafia senza accettarne le logiche. Ovviamente abbiamo dovuto rintracciare degli esempi che si avvicinassero alla giovane età dei ragazzi, riconducibili ad esperienza di vita vissuta e alla loro portata. Alcuni di loro avevano preparato delle domande per noi alle quali abbiamo risposto in maniera esaustiva.

Riteniamo molto positivo l’esito di questo primo incontro sotto tutti i punti di vista, soprattutto è importante essere riusciti a creare, con la collaborazione della docente che si occupa del progetto legalità presso l’istituto, un legame umano con questi ragazzi, avere gettato le basi per una coscienza diversa, nuova perché basata su valori sani, una coscienza che è in divenire e dunque fragile, ma al tempo stesso ancora quasi incontaminata. Siamo usciti dalla scuola con la convinzione di aver fatto camminare Falcone e Borsellino sulle nostre gambe.


Irma Digrandi

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