lunedì 20 maggio 2013

Cittadinanza per la Magistratura incontra Valeria Grasso


Ieri pomeriggio abbiamo avuto il piacere di incontrare Valeria Grasso. Nonostante i rischi a cui sono esposti quotidianamente lei e la sua famiglia, Valeria va portando la sua testimonianza di imprenditrice coraggiosa in giro per l’Italia. Con la sua associazione Legalità è libertà, organizza incontri, eventi ed iniziative per far capire che dire no al racket ed al potere mafioso si può e si deve.
Da circa un anno e mezzo Valeria vive in una località protetta, da quando improvvisamente le fu detto che nel giro di due ore lei, i suoi figli ed il marito, dovevano lasciare tutto per essere portati fuori Palermo. Da li tutto un susseguirsi di vicende che l’hanno costretta a combattere oltre che contro i mafiosi, anche contro la burocrazia del nostro paese.
Ancora oggi Valeria si trova in un limbo, nessun contratto come testimone di giustizia le è stato dato da firmare, i soldi sono arrivati con grande ritardo e come ulteriore beffa, si è vista decurtare delle spese extra dichiarate dall’albergatore presso la cui struttura era ospite,  e da lei mai potute verificare. Valeria si è subito premurata di denunciare tale situazione per una questione di correttezza nella gestione dei soldi pubblici ma si è trovata davanti una barriera di silenzio.
A seguito di questi improvvisi spostamenti e dalla vita blindata, la figlia maggiore ha avuto seri problemi di depressione. Tra mille peripezie e con grande lacerazione per una madre, viene presa la decisione di far tornare la ragazza al luogo d’origine ospite dei nonni. Dopo un paio di mesi il contributo che le spettava per  la figlia maggiore le viene levato: “la ragazza non vive più sotto protezione quindi i soldi non le toccano più…..” Chi si occupa delle spese di mantenimento? Percepisce forse un reddito la ragazza? Ha improvvisamente perso lo status di figlia? Sono queste le domande che Valeria ha continuato e continua a porre a coloro i quali si devono occupare della sua sicurezza. Nessuno le da risposta, nessuno sembra interessarsi della sua situazione. Valeria decide allora di scrivere alla Presidente della Camera per  denunciare tale situazione di scarso controllo dei soldi pubblici, la notizia rimbalza attraverso internet e gli organi di stampa. Ancora adesso Valeria è in attesa di qualcuno che l’ascolti (da mesi chiede di essere ascoltata in commissione) e che le dia delle risposte. Chiedo a Valeria se, nonostante tutto, si sia mai pentita di quello che ha fatto: “se tornassi a dodici anni fa, sapendo quello che so oggi, rifarei esattamente le stessa cosa. Non posso pensare neanche oggi che si possa dare una risposta diversa dalla mia alla sopraffazione del potere mafioso”
Se il coraggio di questa donna fosse un virus contagioso questo paese respirerebbe un vero fresco profumo di libertà.

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