martedì 14 aprile 2015

I semi della legalità

                                         

La giornata è bella, il sole scalda ed una leggera brezza mitiga questo calore. La direzione di marcia è verso il paesino di Cerda, una volta famoso per la mitica Targa Florio ed adesso patria del carciofo, in questo lunedi di primavera che invita alla ricerca di odori che si mescolano nell’aria. Il percorso tra le colline cerdesi è di un verde molto intenso che si perde a vista d’occhio e dove a sprazzi si notano macchie di giallo, di fucsia, di arancione e di rosso cupo, colori tipici in questo periodo della campagna siciliana. Come da un po’ di tempo facciamo l’Associazione Cittadinanza per la Magistratura anche oggi ha un incontro in una delle scuole di provincia che mostrano fame e sete per quanto riguarda la cultura della legalità. La scuola in questione è l’Istituto comprensivo di Cerda, dove un centinaio di alunni della scuola media e delle superiori ci stava aspettando. Come da calendarizzazione dell’Associazione l’incontro era stato preparato dal vice presidente Arch. Giovanni Palazzotto assieme ad alcune docenti dell’istituto proprio all’interno dei percorsi di legalità, e questa volta assieme a noi c’è la testimone di giustizia Valeria Grasso. Larrivo a scuola è sempre entusiasmante e l’ingresso in aula magna è accompagnato da un brusio che solo i ragazzi sanno fare. Mentre Giovanni Palazzotto attende l’arrivo di Valeria Grasso, il sottoscritto assieme a Giuseppe Leone intratteniamo i ragazzi raccontando di Peppino Impastato, cercando di rendere leggero il messaggio che si vuole lasciare agli studenti ed infine Giuseppe Leone traccia un disegno molto particolare di come era il suo concittadino Peppino. Nel frattempo l’arrivo di Valeria mette un po’ di subbuglio nell’aula magna ponendo l’attenzione su questa persona appena arrivata. Dopo Giuseppe Leone prende la parola Giovanni Palazzotto, impostando il discorso iniziale su un concetto didattico di ciò che vuol dire legalità, captando l’attenzione del giovanissimo ed attento pubblico.
Valeria Grasso introduce il racconto della sua storia parlando di droga e di bullismo che tanto esiste nelle nuove generazioni, e cercando di stimolare l’interesse degli studenti. La sua storia che noi tutti conosciamo ha zittito il brusio che inevitabilmente si viene a creare in momenti di pausa. Valeria racconta la sua storia calcando la mano sulla normalità di ciò che vuol dire denunciare il racket e di cosa significa vivere per diversi anni in località protetta, dove era stata trasferita di punto in bianco assieme alla sua famiglia, lasciando a Palermo tutti i propri affetti, le amicizie, specie per i figli di Valeria tutti in giovanissima età e con radici che si erano consolidate in città. Il dibattito che ne consegue si svolge come sempre con domande e risposte da una parte e dall’altra proseguendo poi col racconto che fa Valeria di Giuseppe Di Matteo il bambino ucciso da Giovanni Brusca e da Leoluca Bagarella e dagli stessi sciolto nell’acido, in quanto figlio del collaboratore di giustizia Santino Di Matteo. Racconto che lascia esterrefatti ed ammutoliti i ragazzi.
Tornando al tema droga, Valeria, espone tutti rischi dall’uso di sostanze stupefacenti e mettendo in guardia i ragazzi del fatto che la mafia con questo mercato si arricchisce producendo morte, immettendo sul mercato nuove sostanze tossiche come la “droga di stupro” e di come ci si può difendere in queste situazioni. Il dibattito prosegue tra Valeria ed i ragazzi i quali vorrebbero continuare per molto a porre domande a Valeria. Una ultima domanda posta da una alunna chiedeva se Valeria avesse paura, la risposta è stata realistica: La paura è insita in tutte le persone che hanno a che fare con le organizzazioni criminali, e che se non si comincia si resta sempre nelle grinfie di questi delinquenti.
Chiude l’incontro l’intervento finale di Giovanni Palazzotto incitando i ragazzi all’applauso verso Valeria e verso i propri docenti che si sono impegnati nella riuscita di questo incontro.
Anche oggi sono stati piantati dei semi che speriamo possano sbocciare e dare frutti di legalità.
Al prossimo incontro.

liborio martorana

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