domenica 29 marzo 2015

A testa alta di Cinzia Cuccio

Sabato 28 marzo 2015 Oggi Cittadinanza per la magistratura ha incontrato gli alunni dell'istituto comprensivo di Campofelice di Roccella, Collesano e Lascari. A portare le loro testimonianze due uomini vittime, seppur in modo diverso, della mafia. Uno è Ferdinando Domè. Commoventi le lacrime di Ferdinando quando prende la parola dopo aver assistito alla proiezione di un video che in breve racconta la storia di suo padre Giovanni, vittima innocente della mafia. Sono passati più di 40 anni ma per Ferdinando il ricordo è sempre vivo e doloroso. Giovanni Domè era un lavoratore onesto, marito e padre di 5 figli. Ha perso la vita il 10 dicembre 1969 in quella che è passata alla storia come la strage di viale Lazio, uno dei più cruenti regolamenti di conti tra mafiosi. Giovanni ha perso la vita perché si trova al posto sbagliato nel momento sbagliato. Per anni, grazie anche a certa stampa, Giovanni Domè è stato considerato anch' egli un mafioso. Solo negli ultimi anni grazie alle rivelazioni di un pentito è finalmente venuta fuori la verità. Giovanni Domè non era un mafioso, ha avuto giustizia e oggi Nando a testa alta va in giro a raccontare la sua storia. L' altro è Alessandro Marsicano. Alessandro è un giovane imprenditore vittima del racket. Alessandro con grande sensibilità e serenità ci racconta la sua storia. Subito dopo il diploma decide di portare avanti l'impresa di famiglia. Suo padre ha un laboratorio di dolci. Alessandro ci crede, è quello il suo mestiere, è quello ciò che vuole fare nella vita. Perciò inizia a lavorare, ha un sogno e vuole realizzarlo. Apre una pasticceria. Ma un bel giorno i suoi sogni si infrangono davanti all' amara realtà. Ha fatto un grave errore, non ha chiesto le "autorizzazioni," quelle giuste però. Non quelle al comune all' ASL e così via, quelle Alessandro le ha. Sono quelle "giuste" che gli mancano e perciò deve rimediare. Da quel giorno è sottoposto a richieste estorsive di ogni genere, soprusi e umiliazioni fino a quando gli " amici" superano il limite e Alessandro trova il coraggio di dire no, ora basta. Denuncia i suoi estorsori, li fa arrestare, vive sottoscorta. La sua vita non è più la stessa ma nonostante tutto lui è un uomo libero, cammina a testa alta. "È per questo che sono qua", dice ai ragazzi, "perché la mia storia possa servirvi un giorno nella vita quando vi troverete a fare delle scelte, a fare quelle giuste e a camminare anche voi a testa alta". I ragazzi hanno seguito con attenzione le storie dei nostri amici ai quali hanno rivolto numerose domande. Il corpo docenti ci ha salutato ringraziandoci per quello che facciamo e chiedendoci di tornare. Grazie anche agli amici Giuseppe Leone e Giovanna Pedroni che hanno dato una breve testimonianza del loro impegno in questo cammino per la legalità e la giustizia che condividiamo

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