Continua
senza soste il lavoro dell’Associazione Cittadinanza per la Magistratura lungo
il percorso di legalità all’interno delle scuole siciliane, e lo fa senza
guardare niente, senza porre attenzione ad interessi personali quali impegni di
lavoro o anche nel sacrificare tempo libero da impiegare in attività diverse.
Fare parte di questa associazione significa attenzionare la
magistratura intesa non come potere ma solo come organo di imparzialità nel amministrare la giustizia, e soprattutto nel dare supporto ai testimoni di
giustizia, ai familiari delle vittime di mafia ed a quelle persone che dalla
mafia hanno subito solo danni morali e materiali. I soci di questa associazione
si spendono con abnegazione nel supportare questi soggetti che altrimenti
sarebbero soli ed abbandonati a se stessi. E anche oggi CpM ha fatto la sua parte, ha scritto una bella
pagina di semina della legalità alla
scuola Luigi Pirandello di Cerda, assieme ad Alessandro Marsicano, lontani da
luci, da telecamere, da riflettori, da microfoni, piantando semini che
sbocceranno . Ma chi è Alessandro Marsicano? Marsicano è un piccolo
imprenditore palermitano che opera nel campo della pasticceria, uno che rende
la bocca dei suoi clienti addolcita dalle sue prelibatezze di una pasticceria
ricercata e lavorata con sistemi artigianali e prodotti genuini. Sin da
ragazzino vive all’interno della pasticceria che il padre aveva aperto a metà
del rione Villaggio Santa Rosalia e Medaglie d’oro, circa cinquant’anni
addietro. Alessandro coltiva il sogno di
una attività che possa svilupparsi in grandezza ed in produzione scandito da passione ed amore per il lavoro.
Ed il sogno di Alessandro sembra essersi avverato nel momento in cui quella mattina
tirò su quella saracinesca di un locale più grande e più bello, tra la felicità
della sua famiglia, di suo padre vecchio pasticciere che ad un certo punto si era fatto convincere da suo figlio ad allargare l’attività. L’apporto della moglie
e la presenza dei genitori e del figlio piccolo danno la misura del sogno
avverato che questo giovane coltivava sin da sempre. Tutto funziona alla
perfezione quella mattina le luci accese del nuovo locale luccicano e splendono
come gli occhi di questa famiglia che con tanti sacrifici aveva realizzato un
sogno, e state sicuri che in una terra come la nostra attuare sogni
imprenditoriali non è cosa da poco. Ed infatti la longa mano del racket non
tarda a farsi vedere, e proprio in quella mattinata, dove due emissari della
mafia si sono presentati alle porte di quel sogno con l’intenzione di
inquinarlo, di distruggerlo. “Marsicano vieni fuori che ti dobbiamo parlare”
disse uno degli emissari del racket al giovane lavoratore, “ma le hai le
autorizzazioni per aprire questo locale?”. Da questo momento cominciò il
calvario di questa famiglia, fatta di umiliazioni e di vessazioni, di rapine ed
aggressioni, di tensione e di paura, si perché la famiglia di Alessandro
Marsicano, pasticciere, aveva anche paura, e sarebbe stupido dire che non ne
avessero, di pedinamenti e di continue minacce ed esborsi dapprima di merce a
gratis e poi con richieste di denaro, persino nel momento in cui Alessandro
avrebbe dovuto fare visitare il padre affetto da sla in un centro
specialistico. Niente, loro volevano i soldi e non si crucciavano del fatto che
in quel momento il padre anziano di Alessandro stava male. “Tu ci devi dare i
soldi, a noi di tuo padre non interessa niente, dacci i soldi e basta!”. A quel
punto non resta altro che andare a denunciare.
“Preferisco
guardare negli occhi i ragazzi!”, sono le parole di Alessandro Marsicano
al’esordio del suo racconto nella
scuola comprensiva Luigi Pirandello di Cerda in provincia di Palermo, una
provincia che se da un lato ha fame ed arsura di cultura della legalità d’altro
canto non mancano le famiglie mafiose che comandano nei piccoli paesini decidendo
la vita di intere comunità. E’ toccante l’approccio con i ragazzi, parla e
racconta di un sogno coltivato da un ragazzo nella continuazione di una
attività familiare, un sogno che qualcuno ha cercato e ancora cerca di
infrangere . Il racconto di Alessandro crea nell’aula magna una atmosfera
silenziosa, l’ascolto da parte dei docenti e dei ragazzi è totale, e nel suo
raccontare Alessandro riesce ad instaurare con l’aula una sorta di pathos con
un messaggio di positività che i ragazzi
recepiscono alla grande, cercando di fare capire il valore di
esercitare azioni di legalità. E’ un cancro terribile il racket mafioso e come un cancro non ha riguardi per nessuno dice l’imprenditore. Il dato
positivo che Marsicano comunica ai ragazzi è la piena fiducia che assieme alla
sua famiglia mette nelle istituzioni, ed allo stesso tempo mette in evidenza
l’indifferenza della gente mentre veniva schiaffeggiato dai mafiosi davanti la
sua pasticceria, davanti il suo sogno. Apre il suo cuore verso i ragazzi
attenti mentre racconta la sua storia con tutti i fatti accaduti. Sembra un
film a puntate questa storia, un film che si potrebbe chiamare Calvario di
Sicilia. “Il cambiamento deve essere vostro!” questo dice il giovane
imprenditore, “vivere nella legalità e nel rispetto verso gli altri, vivere
nella legalità per non ritrovarsi un giorno a dovere essere un giorno vittima di questo cancro e dove un futuro
imprenditore non debba trovarsi costretto a pagare il pizzo o a lasciare la
propria azienda nelle mani dei mafiosi dopo avere fatto tantissimi sacrifici!”.
Le domande dei ragazzi sono varie ed incalzanti, e la sincerità giovanile pone
quesiti pertinenti. “Come immagina il futuro suo e della sua famiglia?” è una
delle domande che viene posta ad Alessandro Marsicano, “il mio futuro lo
immagino con mio figlio che continua il mio lavoro e dal momento che verrà
qualcuno a domandare il pizzo, senza esitazioni andare a denunciare il fatto,
quindi un futuro di legalità senza tentennamenti!”. E’ un fiume in piena
Alessandro nel raccontare ciò che gli è successo davanti ad un pubblico attento
ed esigente comunicando a questi l’esempio del coraggio di vincere la paura.
liborio martorana
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