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giovedì 28 novembre 2013
LE MAFIE NEL MIRINO DELL'EUROPA
Le strategie di contrasto al crimine organizzato, corruzione e riciclaggio di denaro, attraverso il testo approvato dal Parlamento Europeo e la direttiva relativa al congelamento e la confisca dei beni proventi di reato nell'UE - Conferenza svoltasi presso Villa Ahrens, sede DIA di Palermo, il 26 novembre 2013
PARTE I
Il Direttore della DIA Arturo de Felice dà il suo saluto agli intervenuti - rappresentanti delle forze dell'ordine, familiari di vittime, associazioni di cittadini e studenti universitari - e ringrazia i relatori invitati all'incontro:
Sonia Alfano, Presidente della Commissione Antimafia Europea
Rosy Bindi, Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia
Filippo Bubbico, Viceministro dell'Interno
Giuseppe Caruso, Direttore dell'Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati
Maurizio De Lucia, Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia
Nello Musumeci, Presidente della Commissione Antimafia dell'ARS
Il Direttore della DIA presenta un excursus delle attività della Direzione dal 1992 al 2013: ventuno anni di omicidi eccellenti e non, di operazioni investigative, di novità nella metodologia della lotta alla mafia, di attività presso le sedi dislocate in tutta Italia; tutto ricostruito in un video (creato in breve tempo, come ci viene precisato) che contiene anche documenti originali.
Nello sviluppare il suo intervento sulla specificità e l'importanza della legislazione italiana che colpisce i patrimoni della mafia, il Direttore dell'Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati Giuseppe Caruso evidenzia per inciso che i risparmi messi in atto dall'Agenzia hanno consentito, oltre alla ristrutturazione della loro sede romana di via dei Prefetti, anche l'acquisto di strumentazioni tecnologiche avanzate che forniscono un utile contributo alla lotta alla criminalità organizzata.
La conferenza prende corpo con la presentazione da parte dell'On. Sonia Alfano del difficile iter che ha condotto all'approvazione della Risoluzione del 23 ottobre 2013, e dei molteplici aspetti ad essa correlati. La risoluzione rappresenta il punto finale del difficile tentativo di uniformare la normativa e addirittura la terminologia relativa ai reati della criminalità organizzata e di fare ammettere agli stati europei che la mafia non è un fenomeno italiano. L'On. Alfano ha portato a conoscenza degli altri paesi i dati relativi non solo alle mafie europee, come quelle balcaniche, ma anche a quelle provenienti dall'esterno, come le pericolosissime mafie africane o la mafia russa, entrata in Europa attraverso l'Ungheria (Budapest). Per favorire l'approvazione della Risoluzione, l'On. Alfano ha chiesto decine di audizioni con le forze dell'ordine e i magistrati dei Paesi Membri, dimostrando quanto asseriva ai rappresentanti degli Stati membri attraverso statistiche e dati di fatto che hanno condotto a una svolta radicale nella valutazione del fenomeno della criminalità organizzata a livello europeo ed internazionale. Avvicinando gli Stati con sistemi di Common Law (tipicamente, quelli anglosassoni) a quelli fondati sulla Civil Law come l'Italia, e nello sforzo di introdurre in Europa la terminologia specifica relativa ai reati di mafia uniformando così la concezione del reato di criminalità organizzata, l'On. Alfano ha infatti registrato una frequente ignoranza dei fatti di mafia. Ne è esempio la confusione, anche degli addetti ai lavori, fra testimoni di giustizia, collaboratori di giustizia e informatori; né gli Stati membri sembrano aver recepito l'aspetto di vigilanza e di riprovazione sociale necessaria per combattere la criminalità organizzata: ricorda quindi la notizia riportata da un giornalista spagnolo relativa al ristorante gestito da un noto camorrista semplicemente col suo nome, senza nemmeno preoccuparsi di creare una falsa identità e pubblicizzando il luogo dove ''la Mafia va a tavola''. Due paesi in particolare, Germania e Austria, sembrano restii a recepire le normative antiriciclaggio, quasi che (prescindendo dalla verifica sulla loro provenienza) la loro ricchezza sia sempre benvenuta purché chi la detiene paghi le tasse. Tema particolarmente caro all'On. Alfano è la normativa relativa alla confisca in caso di morte e a quella non necessariamente legata alla condanna per mafia (naturalmente, appurato che i beni hanno provenienza illecita).
Un incredibile primato fra tutte le mafie è detenuto dall'Italia che, su 120 miliardi di euro relativi alla corruzione registrati dalla commissaria europea On. Malmstrom, è assoluta protagonista con più della metà dell'intera cifra. Un altro dato fornito dall'On. Alfano è che, fra tutte le mafie, la più potente in Europa (che esporta abbondantemente i propri latitanti dall'Italia agli altri Stati membri) è la 'ndrangheta, talmente ricca da rappresentare l'unica eccezione alla pratica dei trafficanti colombiani di prendere ostaggi umani in attesa di verificare che il pagamento delle partite di sostanze stupefacenti droga sia stato effettuato.
Con la Risoluzione del 23 ottobre, si è ampliata la tipologia dei reati introducendone di nuovi (come quelli commessi tramite la rete), e ampliandone altri, ad esempio promuovendo una concezione più ampia del reato di corruzione.
Fine I parte
Simonetta Genova
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