Blog ufficiale dell'Associazione "Cittadinanza Per La Magistratura"
sabato 22 marzo 2014
Intervento di Cittadinanza per la magistratura alla giornata per le vittime della mafia - Casa Professa Palermo
Oggi 21 marzo giornata in ricordo delle vittime innocenti della mafia. Forse sarebbe il caso di aggiungere delle mafie e dei sistemi criminali, quante vite spezzate per dei silenzi complici, per una trattativa, si una trattativa tra il nostro stato ed un antistato.
Penso che almeno una volta vi sia capitato di sentire parlare del processo sulla trattativa stato mafia che si sta svolgendo a Palermo e che per la prima volta vede sul banco degli imputati, accanto ai mafiosi, pezzi infedeli dello stato, generali dei carabinieri, ex ministri e persone che avevano giurato sulla costituzione di difendere le leggi del nostro paese. Si sta portando a processo un pezzo di stato che piuttosto che attuare una seria lotta alla mafia, ha deciso di sedersi con lei a tavolino e di avviare attraverso il famoso “papello” una trattativa. “Io cedo qualcosa ma tu non mettermi più le bombe”… a me suona come un armistizio.
Per le bombe che sono servite per convincere lo stato a trattare, ci sono state molte vittime innocenti tra di loro Nadia e Caterina Nencioni due bambine di 50 giorni e di 9 anni.
Per non assoggettarsi ad uno stato che ha trattato con la mafia sono morti Emanuele Piazza e Nino Agostino uccisi per le ancora oscure manovre che stanno dietro al fallito attentato dell’Addaura ai danni del giudice Falcone. Nino ed Emanuele con il loro coraggio quel giorno hanno salvato la vita del magistrato, insieme a Nino viene uccisa anche la moglie Ida, colpevole di aver riconosciuto i killer e probabilmente di essere a conoscenza delle confidenze del marito su tante cose non limpide che avvenivano tra i suoi stessi colleghi. Adesso da varie indagini portate avanti dalle procure di Palermo e di Caltanissetta è emerso che Arnaldo La Barbera, capo della squadra mobile di Palermo in quegli anni era organico ai servizi segreti con il nome di Catullo.
Per uno stato che tratta con la mafia il maresciallo Masi, arrivato ad un passo dall’arresto di Provenzano diversi anni prima del 2006 quando poi verrà catturato, si vede bloccare le ricerche, allontanare dal reparto investigativo e rinviato a giudizio per i reati di falso materiale, falso ideologico e truffa a causa di una multa di 106 euro presa durante il servizio. Mi domando ma un carabiniere fino a quel giorno dalla carriera impeccabile con incarichi di grande responsabilità, rischia il posto di lavoro per 106 euro?
Per uno stato che ha trattato con la mafia viene suicidato Attilio Manca un giovane urologo trentaquattrenne reo di aver operato Provenzano e di averlo curato durante la sua latitanza e di aver capito quali erano i poteri che ne coprivano la latitanza.
Attilio manca è morto da 10 anni e ancora si continua ad ucciderlo inventando la teoria di una morte per overdose che fa acqua da tutte le parti.
Per uno stato che ha trattato con la mafia noi siamo sempre ostaggio della paura. Adesso siamo stanchi, abbiamo capito che non è solo mafia che c’è dell’altro dietro ed è per questo che non staremo a guardare, continueremo a parlare a denunciare a informare perché l’opinione pubblica è fondamentale.
22 anni fa nell’atrio della biblioteca qui a fianco, Paolo Borsellino nel suo ultimo discorso pubblico, dopo l’uccisione di Falcone, disse che l’opinione pubblica aveva fatto il miracolo. Noi vogliamo che questo miracolo continui oggi e che eviti nuove stragi. Noi di Cittadinanza per la Magistratura proprio per questo vogliamo invitare tutti i palermitani e non solo, ad essere con noi in questo ricordo del 25 giugno che faremo nell’atrio della Biblioteca comunale intitolato adesso allo stesso giudice Borsellino. Abbiamo la grande responsabilità di tenere alta l’attenzione su tutto quello che ancora viene oscenamente occultato e non ci fermeremo fino a quando non arriveremo alla verità.
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