mercoledì 16 aprile 2014

IMPRESSIONI DI UN'INVIATA PER NIENTE SPECIALE - Simonetta Genova

PREMESSA - Roma, 12 aprile 2014 - Scorta Civica, il comitato di associazioni e cittadini nato per sostenere Nino Di Matteo e gli altri PM del processo sulla trattativa Stato-Mafia, si reca a Roma per manifestare al Ministro Alfano le mancate promesse riguardo l'assegnazione del " jammer" al dott. Di Matteo. Sono presenti rappresentanti dei presìdi di Scorta Civica di tutte le città d'Italia. L'autorizzazione a manifestare è stata concessa per piazza Beniamino Gigli, non per l'area immediatamente antistante il Viminale, dove sono state ammesse solo una ventina di persone. § § L'AVVENTURA comincia con la sveglia delle 03.45 del mattino... Abbiamo appuntamento con altri amici di Palermo per riuscire a distribuire undici striscioni grandi negli esigui zaini che la compagnia aerea consente di trasportare come bagaglio a mano. Il nostro Giovanni, per supportare me e Cinzia di Cittadinanza per la Magistratura insieme agli altri amici, ci ha fornito il contatto di un suo amico che ci porterà da Fiumicino al luogo della manifestazione - non senza pause per sigarette e maritozzi con panna. Tuttavia, siamo in piazza con un anticipo di tre/quattro ore, giusto in tempo per iniziare a scattare qualche foto e, timidamente, aprire i primi striscioni prima dell'orario autorizzato. Iniziano ad arrivare manifestanti di altre città, volti e nomi spesso conosciuti solo tramite facebook, quella rete di contatti che con tutti i suoi difetti riesce a coagulare forze e mantenere relazioni civiche. C'è anche qualche tipo strano, un po' svitato. Sono abbracci e strette di mano, sono sguardi di intesa, confronti fra striscioni, scambi di spago, scotch e aste per i cartelli. Iniziano anche ad arrivare vetture di carabinieri e furgoncini della polizia in tenuta antisommossa, pronti per la manifestazione dei black block prevista alla fine della nostra. § § LA SORPRESA arriverà poco dopo che la Digos di Roma ci accompagna per il piccolo presidio nel marciapiede di fronte il Viminale, di fronte la Galleria Tiffany nella quale, a quanto ci dice l'uomo del bar (manco a dirlo, orginario di Niscemi) proiettavano i film "porno". Bel luogo davvero, monnezza romana a parte, per ricevere Salvatore Borsellino. Ben presto agenti e funzionari ci avvisano che il Ministro Alfano "non c'è". Come "non c'è"?!? Ma Alfano non doveva, secondo la parola data a dicembre, ricevere Salvatore Borsellino insieme a una piccola delegazione di Scorta Civica? Dopo lunga attesa, e faticose spiegazioni a funzionari visibilmente ignari, i visi cambiano, le espressioni si ammorbidiscono: palesemente, l'autorevole seppur rauca voce di Salvatore induce agenti e funzionari a rivedere la dura posizione con la quale è stato accolto il piccolo drappello di rappresentanti da tutta Italia. Mentre Salvatore, dopo avere risposto a qualche domanda giornalistica, torna a Piazza Beniamino Gigli per informare i manifestanti di quanto accade, noi rimaniamo lì, interdetti dalla palese mancanza di rispetto del ritroso ministro - non dimentichiamo che recentemente, per la presenza di pochi manifestanti a Palermo di fronte al Golden, si è contentato di entrare dall'ingresso posteriore per non farsi vedere... I cartelli, colorati e arditi, sventolano nonostante l'assenza delle istituzioni. Stampa e televisioni ufficiali sono altresì clamorosamente assenti; altrettanto assenti sono le più grosse associazioni antimafia, infine assenti sono anche i giornalisti che usualmente commentano il fatto quotidiano con arguzia e pervicacia, senza paura di disturbare i potenti. A tutti loro (e al Governo) converrà molto di più riferire alla popolazione le violenze che di lì a pochissimo saranno compiute in occasione della manifestazione dei black block. § § Dopo un po' di minuti, i funzionari tornano per rispondere a Salvatore Borsellino che sarà ricevuto con alcuni accompagnatori unicamente per consegnare i fogli con le firme di sostegno ai magistrati e poi andarsene. Ma lui dalla piazza non risponde al cellulare e anche gli amici tornati con lui sul luogo della manifestazione non sentono gli squilli. Mi tocca mollare striscioni e borsone e fare una corsa lì per avvisare Salvatore Borsellino; non è facile che lui riesca a districarsi dall'abbraccio virtuale dei suoi sostenitori, ma alla fine torna al Viminale e una piccola delegazione lo accompagna per la scalinata del Palazzo. § § Mentre attendiamo delusi e offesi, e spiazzati sul da farsi davanti al Palazzo vuoto, iniziano gli slogan e l'esposizione di cartelli nel piccolo marciapiede autorizzato davanti alla galleria Tiffany. Rifletto sul fatto che non è il caso di lasciare gli ultimi striscioni nel borsone, quindi decisamente ne apro uno e appare la scritta "Perché A DI MATTEO non viene assegnato il bomb jammer ???" § § Tre punti interrogativi rossi. I nostri. Quelli che dovrebbero essere della gente comune. § § I cori, anche se davanti al Viminale siamo solo una ventina di persone, si intensificano. Qualcuno, fuori dalla moderazione prevista in questo delicatissimo momento, urla con un po' di foga in eccesso, tocca temi attinenti (la condizione delle forze dell'ordine) ma non in linea con l'obiettivo della manifestazione. Il coro non lo segue. Non ce la sentiamo di allontanarlo; ma una delle amiche palermitane riporta l'attenzione sul tema: "Ehm... dicevamo? SIA-MO-TUT-TI ..... NI-NO-DI-MAT-TEO!" § § La delegazione, scelta da Salvatore Borsellino, torna dopo essere stata ricevuta in una stanzetta al pianterreno da funzionari che hanno meramente ascoltato le rimostranze da lui enunciate ancora una volta. La manifestazione termina a Piazza Beniamino Gigli con un momento, pericolosamente vicino all'orario della successiva manifestazione, che mi ha toccato profondamente,e al quale spero abbiano assistito i rari passanti del primo meriggio di un sabato primaverile. Anche lì ho urlato non poco; mentre stavamo avevo in mano l'ultimo striscione che stavamo riponendo (il famigerato "Se gli amici romani della mafia toccano Di Matteo, stavolta non staremo a guardare"), in piazza, nell'area antistante il Teatro dell'Opera, si crea spontaneamente una fila di striscioni, scritte e cartelli; la fila si allunga, qualcuno scatta foto dall'alto dei gradini; l'area è tonda: si crea un semicerchio. Ancora una volta, i cori si intensificano; all'interno del cerchio, qualcuno lancia lo slogan, gli altri lo seguono; le voci si sovrappongono, alcune si affievoliscono, le cantilene si rispondono da un lato all'altro della piazza, le mani si incontrano per tenere l'uno il lenzuolo dell'altro. I fotografi, incantati, girano su sé stessi per catturare quei momenti. Si sa, il cerchio è una figura ancestrale che fa circolare le energie e le moltiplica. In questo momento la posta in gioco è molto alta. Sappiamo tutti perché siamo lì. L'armonia prevale sulle disunioni. Non poteva esserci per gli attivisti modo più bello e significativo di chiudere la manifestazione prima di disperdersi - mentre una parte di loro passa di nuovo, CASUALMENTE, con gli striscioni da portare a casa, davanti al Viminale! E poi gli ultimi saluti, i più calorosi, con le persone provenienti dalle altre città; uno spuntino insieme, promesse di futuri contatti. La levataccia non metterà al riparo noi palermitani esausti, fatto il viaggio per Fiumicino e poi in aereo per Palermo, dal prolungare la giornata fino a notte con familiari, amici e impegni che giustamente richiedono la nostra presenza. § § Ma voglio chiudere con una testimonianza da giornalista quale io non sono, e cioè riportando un fatto in modo asciutto, senza aggiungere opinioni e considerazioni. Mentre eravamo col piccolo drappello di fronte al Viminale, una signora molto anziana mi ha fermato e mi ha chiesto il motivo della manifestazione. Le ho spiegato sinteticamente che protestavamo perché i magistrati antimafia, e il dott. Di Matteo in particolare, non vengono adeguatamente protetti dallo Stato. La signora mi ha ascoltato attentamente, i capelli ben sistemati e tinti di un tono chiaro; lo sguardo lacrimoso e stanco, ma con un'espressione di saggezza e rassegnazione. Sottolineando in quali anni aveva vissuto, mi ha risposto: "Ma si sa, lo Stato è colluso con la Mafia" Poi ha fatto un cenno di assenso sollevando poco il pugno chiuso come a dire "Bravi così! Andate avanti." § § Ringrazio per l'esperienza i miei compagni di viaggio Cinzia1, Linda, Alfredo, Cinzia2, il grande Armando; da Roma Marina e Alessandro che molto prima del nostro arrivo hanno offerto il loro aiuto; last but not least chi ci ha supportato da Cittadinanza per la Magistratura: i mitici Barbara e Giovanni.

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