Mio caro Giovanni, vorrei provare a comunicare il
senso della tua incredibile vita. Per farlo ho raccolto le parole dei tuoi
fratelli nel mondo, e il mio ricordo di te.
Dopo ogni attività svolta, mi tiravi la giacchetta
perché scrivessi la relazione sul nostro operato per condividerlo, in spirito,
con gli altri. Ora sento la mia coscienza che tira la giacchetta: non avrei mai
voluto scrivere in questa occasione, ma penso che te lo devo e te lo dobbiamo
tutti.
Citerò tanti nomi: solo i nomi di battesimo a cui tu
attribuivi un'enorme importanza, come attribuivi grande peso all'uso delle
parole: una su tutte, detestavi la definizione ''cultura mafiosa'', sostenendo
che è inaccettabile accostare la parola ''cultura'' al termine ''mafia''.
Di fronte alla mia difficoltà davanti al foglio
bianco, ANNA dice:
<<Il foglio è bianco perché il cuore è nero, a
lutto.
Fra poco la passione e i ricordi che [Giovanni] ha
lasciato coloreranno nuovamente di rosso il cuore... Il foglio avrà gli stessi colori
dell'arcobaleno che lo sta accompagnando nell'Olimpo dei giusti.>>
Anna ha ragione. Gli dèi ti amano tutti.
La tua Rosanna desidera che oggi sia una festa in cui gli amici parlino di Giovanni. Per far questo, dice Barbara, non basterebbe un campo di calcio e neanche tre giorni di tempo. So che non vorresti tante parole, ma perdonaci... ne abbiamo bisogno dopo questa improvvisa caduta.
Questa pur minima parte di centinaia di
testimonianze da tutta Italia, servirà ad aprire a noi stessi nuove strade di
luce. Come dici sempre tu, dobbiamo fare MEMORIA VIVA. Ma naturalmente noi ci
interroghiamo sul senso della tua morte. E il senso e': DARCI UNA BELLA
LEZIONE! Ovvero darci una lezione su come si vive, e come ci si rende degni di
essere chiamati Uomini; lezione su come una vita, sia pure troncata come la
tua, abbia mille volte più valore di tante vite durature, ma spese veleggiando
comodamente sulla superficie.
Il mio primo lancinante pensiero è stato: come faranno senza di te i bambini della Guadagna?
Nelle mille vite che riuscivi a infilare in una
sola, l'unica azione (perché tu sei uomo di fatti, non di parole) che MAI ti ho
sentito disdire per impegni di ben altra levatura era il doposcuola che curi da
anni. Mi dicevi che il rapporto con questi bambini, una volta iniziato, non si
può interrompere perché altrimenti sentono in modo disastroso il senso di
abbandono.
La donna eccezionale che hai al tuo fianco e i tuoi
figli non si offenderanno se ho avuto questo pensiero: loro meglio di me sanno
qual è l'unico vero senso profondo della tua vita: DONARSI AL MONDO. Siamo
abituati a usare tante parole, diamo tanti nomi, ma tutto ciò che hai
realizzato nella tua Terra (e una persona normale ci avrebbe messo quattro o
cinque vite) si può riassumere con queste semplici parole: donarsi al mondo.
Nessuno (marito; padre; fratello; amico; guida) ha realizzato meglio e più
compiutamente di te la frase ''Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo''.
Oggi il mondo è molto meno brutto grazie a te. Ma ci lasci un compito gravoso:
quello di continuare questo cambiamento in mancanza delle doti eccezionali che
sono proprie della TUA persona:
· La generosità in tutte le
forme.
· La solidarietà.
· Il rispetto per le donne.
· La protezione dei deboli.
· La lotta all'ingiustizia.
· La promozione della
legalità.
· La mediazione dei conflitti
e la diffusione della pace.
· Lo smascheramento
dell'ipocrisia e della menzogna.
· L'amore per l'ambiente e gli
animali.
· L'amore per la bellezza,
l'arte e l'architettura.
· Un altruismo capace di
accogliere e coinvolgere i nuovi, i timidi, e quelli che si nascondono
nell'ombra, come i ''ragazzi'' delle scorte.
· Un desiderio di verità, come
per Nino e Ida, a cui nella data di oggi sarai unito con un filo indissolubile.
· La rara dote di saper parlare
con l'uomo della strada - come quello che ci abbordò appena sbarcati a
Corleone, una delle tappe che facevamo per sostenere le sindachesse ''sole'',
come le definivi tu - le sindachesse d'assalto che lottano disperatamente.
· Tu avvicinavi sempre
''l'uomo della strada'', per insegnare qualcosa ma soprattutto per imparare
qualcosa - ma avvicinavi anche le donne di strada che, ci ricorda GIANLUCA, hai
contattato con amorevole sollecitudine e una disinvoltura traboccante di
umanità non appena uscito dall'ennesima iniziativa volta a sostenere una
vittima del racket.
Difficile per me spiegare cosa si prova a stare
accanto a Giovanni.
Accanto a lui io sento la sollecitudine delle mie
sorelle, la benevolenza verso le debolezze degli altri di mia madre, la
complicità di un fratello, la protezione di un padre, la voglia di scherzare e
fare baldoria di un amico, la sensibilità di un animo femminile - come lui
stesso rilevava su questo aspetto di sé.
Fra tanti ricordi scelgo quello dei chilometri
macinati assieme, ospitata in una macchina caotica quasi quanto la mia,
parlando della vita e dei progetti che avevamo in cantiere - progetti nella
maggior parte dei casi che LUI aveva messo sul tavolo tirandoli fuori dalla sua
micidiale agenda; da LUI animati e promossi senza tregua; portati avanti con
infaticabile caparbia e con la suprema capacità di delegare ad ognuno un
compito che potesse moltiplicare l'efficacia del gruppo ma valorizzare le
qualità del singolo; infatti, la sua tolleranza terminava di colpo quando
qualcuno o qualcosa che lui paragonava alle zecche metteva a repentaglio
l'attività del gruppo o comprometteva l'armonia fra di noi.
Anche le divergenze di vedute non hanno mai fatto
venire meno il rispetto reciproco, né il suo amore per noi, né il nostro per
lui. Si interessava persino dei mariti, delle mogli, dei figli, delle nostre
famiglie, dei nostri amici, invitando sempre tutti a casa sua, insieme alla
dolce Rosanna, con calorosa ospitalità.
Anche se scherzava sulla mia stazza, il suo grande rispetto
per me era tangibile, e non mancava mai di NUTRIRMI, come direbbe Maria
Vittoria, alla conclusione di un'attività - non prima di aver perso un sacco di
tempo a chiacchierare con amici vecchi e nuovi e a farmi scrivere numeri di
telefono. Ma, oltre a ciò che mi offriva al bar, nutriva la mia testa e il mio
cuore con racconti della sua vita che noi oggi dobbiamo considerare esempi LUMINOSI.
Non ultimo, l'aneddoto del premio che aveva ricevuto
a causa del suo impegno alla Magione, quando andava a comprare i farmaci e Rita Borsellino, sapendo
che erano destinati ai bisognosi, non lo faceva pagare. Giovanni scoprì solo
molti anni dopo, per caso, che quando era giovane era stato Paolo Borsellino
stesso a segnalarlo per il premio.
Mi sono stupita quando Giovanni, così umile, ha
accettato l'invito fatto a tutti noi, a partecipare a una trasmissione
televisiva per raccontare la propria vita. Ora capisco che solo il suo spirito
di servizio ha potuto aver ragione sulla sua naturale ritrosia. La mia prima
reazione quando ho visto la sua intervista alla Rai è stata: - E' molto bella.
Ma non basta: è solo una milionesima parte della vita di Giovanni e Rosanna.
Giovanni, in questi giorni ti sento
attorno: rimbomba la tua voce, lampeggiano i tuoi occhi che a volte
interrompevano la conversazione per diradarsi in luoghi a noi sconosciuti. Tu
ci sei vicino in questo momento, l'ho capito l'altroieri, quando io, Barbara e Assunta ci siamo recate alla libreria di Partinico dove
andammo con te. L'evento stavolta era all'aperto. Ma io sono stata calamitata
dentro. Un colpo al cuore, un tuffo indietro nel tempo. Mi è sembrato di
vederti davanti a me, sul fondo, al centro. E, nel luogo esatto dove un anno fa
c'eri tu, l'occhio mi è caduto su un biglietto, fra centinaia, con l'immagine
di un canarino e la scritta SEI CON ME SEMPRE. E tu hai tanti animali e diverse
gabbiette di uccellini... Ho preso tre biglietti uguali, e spero che io e le
mie amiche troveremo conforto nel messaggio che mi hai voluto consegnare: tu ci
porti con te e vuoi alleviare la nostra improvvisa, desolante, angosciosa
solitudine.
È un disastro per il mondo, ma
è una festa per il cielo.
Amico mio, sei un sant'uomo che mi ha insegnato tanto, e grazie a te ho conosciuto persone; fatto cose; e soprattutto evoluto il mio spirito. Se la pianta che hai strappato dal tuo giardino per arricchire il mio dovesse morire, ci sono ben altre cose di te che rimarranno in terra e in cielo, e progetti che faremo ''camminare sulle nostre gambe''. Sei riuscito a lasciare il segno su tutti, dagli studenti agli sconosciuti, magari anche con bonari rimproveri; sei riuscito a segnare tracce indelebili con la tua vita quotidiana e con quella professionale - persino nel lavoro di anni presso il Lido dove hai reso gioiosa la vita di centinaia di famiglie in vacanza e nei cui pressi, sempre per un atto altruistico, hai tragicamente interrotto la tua. Adesso dobbiamo cercare di assomigliarti, perché tutti quelli che sfiorano la tua semplicità, la tua bontà e la tua saggezza diventano persone migliori. Ai compagni ed amici dico: ''Siamo tutti più soli ora, ma teniamoci stretti, restiamo vicini alla famiglia, e diventiamo migliori per amore di Giovanni.''
Simonetta
BARBARA
...Barbara pensa che sarai già
all'opera con un'agenda tutta nuova a programmare tutta un'eternità di
iniziative e ti ricorda: ''Giovanni mi raccomando.....non sbagliare i nomi che
stavolta io non ci sono per rimproverarti e correggerti''
La tua Barbara sente
che da questa tragedia scaturirà qualcosa di buono, e vuole ricordarti con un
sorriso. Intanto ti dedica queste parole:
"Il
rumore della tua morte oggi ci appare come una nota stridente e assordante
nell'armonia dell'estate. Sono certa che con il passare del tempo di
tutto quello che resterà nei nostri cuori sarà la dolce armonia dei tuoi
insegnamenti e delle tue parole che ci guideranno in un cammino che
continueremo insieme a te e per te."
GUIDO
Caro, caro Giovanni,
Se esiste un paradiso, sono certo che tu ne saresti fra i principali e
instancabili animatori. In questa giornata che nessuno avrebbe mai voluto
vivere, ti immagino a organizzare i tuoi stessi funerali. Telefonate fiume per
deciderne la scaletta (era faticoso discuterla con te, avevi sempre le idee ben
chiare, quasi che le vedessi di fronte a te), fare gli inviti (“mi raccomando
non dimentichiamo la provincia!”, avresti detto) e incontrare le istituzioni
per chiedere le relative autorizzazioni (sempre con educazione, non ti facevi
mettere i piedi in testa da nessuno). Tu non ci sei piu’ e questo momento di
ricordo e’ stato reso possibile dalle centinaia di donne e uomini, vecchi e
bambini a cui hai dispensato una memoria di battaglia, un invito alla
resistenza o anche solo un sorriso gentile illuminato dai tuoi limpidi occhi.
Ti voglio bene vecchio mio e sono onorato di essere stato fra i tuoi
affezionati “voialtri”.
Tuo, Guido
CINZIA
Giovanni, tu avevi un atteggiamento molto amorevole
nei confronti di Cinzia, la stimavi moltissimo e anche di lei dicevi ''è una
brava ragazza''. A volte la affidavi all'attenzione di qualcuno di noi. Se non
eri addirittura tu a chiamarla personalmente e a ragionare insieme a lei. Sulle
cose, sui motivi per farle, sui modi di superare le difficoltà. Cinzia oggi ci
ricorda che spesso tu ci telefonavi facendo finta di voler sapere come stavamo,
ma in realtà per trascinarci in una nuova avventura... e lei ti rispondeva: ''Sì
vabbe' Giova', ho capito..... Dove dobbiamo andare?'' E ricordando le
lezioncine di legalità ai bambini Cinzia oggi chiede a sé stessa e a noi
compagni ''ma .......................secondo voi Giovanni lo scontrino lo ha
fatto?''
MASSIMILIANO dice:
Giovannuzzo. Così ti devo chiamare.
Perché, nonostante la tua esperienza, ciò che emerge è la tua bontà,
semplice, silenziosa e decisa, come l'acqua che tutti ci pervade e ci nutre.
Giovannuzzo, così ti devo chiamare.
GIOVANNI suo omonimo ricorda: Con Giovanni condividevamo la stessa passione civile, la stessa amicizia vera e sincera per la famiglia Agostino e l'impegno nel ricordo del loro figliolo Nino.
Giovanni era un uomo di
altri tempi e una guida per tutti; mai potrò dimenticare i discorsi che si
preparava.
Lui credeva in tutto quello
che faceva, avrei voluto conoscerlo di più.
Adesso sta a noi portare
avanti la sua memoria. Mi mancherà sempre.
PATRIZIA
Caro
Giovanni tu ci lasci una bella eredità che contiene i tuoi sorrisi, la tua
accoglienza, il tuo saperci fare anche con le persone più difficili e il tuo
desiderio di accordare tutti consapevole che per fare un bel concerto tutti gli
strumenti devono suonare all'unisono. Ci hai lasciato la staffetta e noi la
prendiamo per continuare la corsa .Ciao
ROBERTA
<<Quel giorno a Parco Uditore hai raccolto una pietra con una
forma particolare, me l'hai data e mi hai invitato a portarla a casa e usarla
come ferma-carta. Ce l'ho ancora quella pietra, la terrò per sempre nel tuo
ricordo. Tu eri cosi, anche su una pietra, facevi un discorsone colto e
interessante. Ricordo che mi hai spiegato mille cose su quella pietra, la
composizione , la forma ecc...
Eri così, eri speciale. "Tenevi banco", non ti fermavi. Non
immaginavo un finale del genere, però. Regala conforto a Rosanna e ai tuoi
figli>>
<<Sono
semplicemente incredula. Assurdamente imbambolata nell'
La tua perdita
immensa mi lascia nel cuore l' avere avuto il privilegio di conoscere una
persona umile, sempre per gli ultimi e con gli ultimi, una persona di grande
fede, rispetto, un Signore d' altri tempi. Con la tua passione civile hai piantato semi di legalità a Palermo, in provincia e
oltre. Mi hai regalato splendide chiacchierate che mi hanno trasmesso valori
importanti, grandi insegnamenti, disponibilità, passaggi, aiuti, estrema
gentilezza. Il tuo fare e saper fare erano caratterizzati dalla passione,
voglia di fare e di cambiare. Sono cresciuta in questi anni palermitani grazie
anche a un punto di riferimento cosi importante. Mancherai. Mi vengono in mente
tante cose: Giornata della legalità a Barcellona Pozzo Di Gotto, la lettera che
mi hai fatto leggere sul bus, giornata Della legalità a Lercara, albero della
legalità al Parco Uditore, manifestazioni, riunioni. Mi chiamavi sempre per
dirmi: Stasera c'è riunione, vuoi un passaggio? Io spesso trovandomi a Lercara,
ero assente...non venivo...e un po' affettuosamente mi "
bacchettavi", incitandomi a alzare ogni tanto gli occhi dai libri, un po'
di più. Ho visto in te un uomo innamoratissimo della tua Rosanna, dei tuoi
figli, dell' etica, del lavoro. L'ultima volta che ci siamo sentiti mi hai
detto: Quanto manca alla laurea? Mi raccomando poi ti porteremo tutti "
all'altare della laurea". A me dispiace che tu non ci sarai. A me dispiace
che ci hai lasciati. Che strano film che e' la vita....Grazie Giovanni. Grazie di
tutto.>>
Dal Cantico delle creature
Laudato si’ mi’ Signore per
sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a
quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue
santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male.
LIBORIO
Grazie
Scrivere di persone molto vicine che di punto in bianco non esistono più è qualcosa che mi riesce molto difficile, ed è con sforzo enorme che mi accingo a farlo. Parlare del mio amico Giovanni Palazzotto adesso che mi è stato rubato da un crudele destino non è semplice perché potrei dire di tutto e tutte le cose che in queste ore sono state dette in suo onore non basterebbero, attestati di stima, di rispetto, di devozione ed anche di amore sono cose che Giovanni merita ma non bastano. Quell’amore che si porge nei confronti di un fratello oppure di un parente molto stretto non bastano, parole bellissime che lasciano un segno indelebile nei cuori di chi Giovanni l’ha conosciuto non bastano a descrivere ciò che quest’uomo è stato nella sua vita. Personalmente posso dire di avere avuto il privilegio e l’onore di percorrere strade impervie assieme a Giovanni, senza guardare mai il tempo che impiegavamo nel lavoro che si faceva, quando si andava nelle scuole a parlare agli studenti, da quelli piccoli a quelli più grandi, ma anche questo non basta. Come non basta l’avere gioito assieme per le cose belle che abbiamo vissuto, per i semi che abbiamo piantato, per le lunghe serate passate a discutere di argomenti che volevamo portare in quei discorsi da fare il giorno dopo ed in certe occasioni. Non bastano tutte le foto che ti ho fatto a testimoniare l’impegno portato avanti con gioia, sempre col sorriso sulle labbra e abnegazione, cercando di inculcare concetti di legalità, rispetto e amore nei confronti della vita. Io non so se queste mie parole possano bastare, di sicuro non bastano, ma non trovo altro modo per descrivere la bellezza di Giovanni e di quanto mi mancherà, non trovo nessuna parola adatta per potere dire quanto sono stato fortunato ad averti incontrato ed essere stato tuo amico. L’unica cosa che mi viene da dirti è grazie per il tuo impegno sociale ed umano, ma soprattutto dirti grazie per il tempo che ci hai dedicato.
Scrivere di persone molto vicine che di punto in bianco non esistono più è qualcosa che mi riesce molto difficile, ed è con sforzo enorme che mi accingo a farlo. Parlare del mio amico Giovanni Palazzotto adesso che mi è stato rubato da un crudele destino non è semplice perché potrei dire di tutto e tutte le cose che in queste ore sono state dette in suo onore non basterebbero, attestati di stima, di rispetto, di devozione ed anche di amore sono cose che Giovanni merita ma non bastano. Quell’amore che si porge nei confronti di un fratello oppure di un parente molto stretto non bastano, parole bellissime che lasciano un segno indelebile nei cuori di chi Giovanni l’ha conosciuto non bastano a descrivere ciò che quest’uomo è stato nella sua vita. Personalmente posso dire di avere avuto il privilegio e l’onore di percorrere strade impervie assieme a Giovanni, senza guardare mai il tempo che impiegavamo nel lavoro che si faceva, quando si andava nelle scuole a parlare agli studenti, da quelli piccoli a quelli più grandi, ma anche questo non basta. Come non basta l’avere gioito assieme per le cose belle che abbiamo vissuto, per i semi che abbiamo piantato, per le lunghe serate passate a discutere di argomenti che volevamo portare in quei discorsi da fare il giorno dopo ed in certe occasioni. Non bastano tutte le foto che ti ho fatto a testimoniare l’impegno portato avanti con gioia, sempre col sorriso sulle labbra e abnegazione, cercando di inculcare concetti di legalità, rispetto e amore nei confronti della vita. Io non so se queste mie parole possano bastare, di sicuro non bastano, ma non trovo altro modo per descrivere la bellezza di Giovanni e di quanto mi mancherà, non trovo nessuna parola adatta per potere dire quanto sono stato fortunato ad averti incontrato ed essere stato tuo amico. L’unica cosa che mi viene da dirti è grazie per il tuo impegno sociale ed umano, ma soprattutto dirti grazie per il tempo che ci hai dedicato.
Liborio Martorana e tutti i tuoi amici di Cittadinanza
per la magistratura
GIUSEPPE vuole
pensare a te con le parole di una canzone:
Ciao Giovanni.
Voglio però ricordarti com'eri
pensare che ancora vivi
voglio pensare che ancora mi ascolti
e che come allora sorridi
Poi ti scrive:
<<Caro
Giovanni, oggi sono rimasto basito dalla tua prematura e traumatica scomparsa.
Ancora non
riesco a crederci che te nei sei andato. Questa foto è il momento in cui ci
siamo conosciuti, da quel momento, hai iniziato a coinvolgermi in tanti
progetti, abbiamo girato le scuole e ne abbiamo tanti progetti in cantiere, non
voglio parlare al passato perché da lassù ci aiuterai a realizzare questi
progetti e continueremo a lottare insieme per quel grande sogno che un giorno
questa disgraziata terra sentirà il fresco profumo di libertá.
Amico mio mi
hai dato tanto, ancora echeggiano le nostre lunghe chiacchierate, dove mi
ripetevi "Giuseppe bisogna fare rete" non bisogna mollare.....
Ho tante cose
da dirti ma non riesco a continuare, amico mio ti voglio ricordare con questo
sorriso, e sarai sempre nel mio cuore.
Ciao Amico
Mio. Un forte abbraccio>>
FEDERICA
Vorrei che
tutto questo non fosse vero. Eravamo rimasti che avremmo trascorso la prossima
settimana insieme. E invece, non sarà più così. Sei entrato nella nostra Vita
con tanta gioia. Ci hai accolti come dei nipoti, ci hai mostrato il tuo affetto
in ogni modo. Sarai il nostro Angelo per sempre. Sono onorata di aver
conosciuto una persona meravigliosa, che ha investito parte del suo tempo per
trasmettere i valori diella legalità e giustizia. Ciao Giovanni.
Mancherai......
Anche se non hai esitato a batterti per i magistrati
in pericolo, a cambiare la toponomastica per gli eroi dimenticati e a
promuovere incontri e convegni,
Giovanni, tu come i nostri grandi eroi, capivi che l'antimafia si fa dal basso:
ed è la tua filosofia di vita che ti ha tenuto sempre ancorato, con amore, al
mondo degli INVISIBILI. A tal proposito, il ricordo di PAOLO:
<<Ho conosciuto poco
Giovanni. Una sola volta ci siamo incontrati a Partinico. Introdusse la
presentazione del libro 'A testa alta'. Con tante vittime innocenti siciliane
di cui parlare, lui e le amiche Simonetta e Barbara avevano scelto una vittima
della Campania da far conoscere anche lì a Palermo, a Partinico. Una scelta che
aveva in sé l'idea che i confini delle mafie non sono delimitati, e così anche
quelli delle vittime innocenti. Giovanni introdusse ed usò parole forti ed allo
stesso tempo delicate. Parlò di Danilo Dolci e della necessità di dotarsi di un
esercito fatto non di militari armati, ma di maestri - se davvero si vuole
sconfiggere le mafie. E dalle sue parole, dalla lucentezza dei suoi occhi,
capii che era proprio una bella persona. Mi dispiace davvero non potermi più
confrontare con lui. Per voi che lo avete conosciuto molto più
approfonditamente sarà davvero triste la sua assenza.>>
LINDA
ti definisce un angelo sulla terra
CAROLA
ti chiama UOMO (TUTTO in maiuscolo) semplice e
affabile, ma concreto e fattivo
NINO
ha parlato della tua PUREZZA
FEDERICO immagina la vita di Giovanni
trascorsa a portare vita e luce attraverso lande desolate e dimenticate minacciate
dalla criminalità come nei film di Leone ... e le musiche di Morricone
ambientate nel torrido far west - e noi, per il suo ultimo viaggio, uniti in
coro ad accompagnarlo.
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