sabato 17 ottobre 2015

Lettera aperta al Liceo Danilo Dolci di Palermo


L'associazione Cittadinanza per la Magistratura ci tiene a manifestare ancora una volta la stima per l'operato degli studenti e del corpo docente del Liceo Danilo Dolci di Palermo che, supportati da una dirigenza illuminata e particolarmente  attenta ai problemi del territorio, da anni svolgono un'attività curricolare ed extracurricolare costante e fruttuosa. A tal fine indirizziamo la presente sia al DS che al Collegio Docenti e alla scuola tutta.

Abbiamo avuto modo di apprezzare, per la peculiarità della nostra associazione, la particolare valenza del Progetto Legalità; ma sappiamo perfettamente che la scuola si continua a distinguere per la speciale pregnanza e tenacia di numerose altre iniziative - che si tramutano in azioni concrete che attivano un miglioramento reale nel contesto del territorio.

A questo si aggiunge il lavoro orientato ad una comunicazione di tipo sociale, tra cui citiamo la produzione autonoma e autofinanziata di due video che hanno ricevuto il plauso di una giuria qualificata che li ha portati ad essere selezionati per due anni consecutivi tra i finalisti del Premio di Cervignano - Udine.

Purtroppo, un istituto come questo - che rappresenta un reale esempio di Buona Scuola - è sull'orlo del disfacimento, non solo nello svolgimento delle sue iniziative lodevoli che peraltro rischiano di concludersi definitivamente per mancanza di fondi, ma soprattutto, e in maniera grave, nell'offerta dei servizi di base e delle strutture essenziali, ovvero aule e locali che non siano a rischio di crollo, minacciando l'incolumità degli utenti e la loro sicurezza - che in questo caso resterebbe solo sulla carta.

Alla luce di tutto ciò, non possiamo permettere, come associazione, ma ancor più in quanto cittadini, che questa scuola venga abbandonata al suo destino. Auspichiamo quindi anzitutto la risoluzione dei problemi più urgenti della scuola da parte degli enti preposti - in particolare la messa in sicurezza dei locali, in mancanza della quale questo istituto rischia seriamente di non sopravvivere. Nell’eventuale impossibilità di poter adeguare l’istituto secondo quanto previsto dalle norme di legge, si auspica che gli alunni possano essere dotati di una nuova sede nel quartiere; tutto ciò corrisponderebbe, tra l’altro, al desiderio espresso dal Beato Pino Puglisi che tanto lottò perché il quartiere di Brancaccio fosse dotato di scuole. Anche Don Luigi Ciotti, visitando diversi anni addietro l’Istituto Dolci, nel complimentarsi per l’assegnazione del bene confiscato, auspicava che con il passare degli anni la scuola potesse avere una sede più idonea. Speriamo le sue parole non siano lasciate inascoltate.

Infine ci auguriamo una valorizzazione particolare per un ente educativo che vive la situazione paradossale e drammatica di essere ripetutamente premiato senza poi avere le condizioni essenziali per essere definito scuola.

Il Liceo Danilo Dolci di Palermo è pressoché l'unico presidio di legalità in un territorio a forte dispersione scolastica e ad alto rischio di criminalità: la sistematica distruzione del servizio che viene reso da operatori - ricordiamolo, del Ministero dell'Istruzione - rischia di vanificare un lavoro di anni fatto nella direzione della legalità, spingendo colpevolmente il quartiere verso il baratro dell'abbandono e del deterioramento del tessuto sociale: il venire meno di questa presenza dello Stato nel quartiere di Brancaccio, proprio per le ragioni sopra illustrate, sarebbe vissuto come un'ulteriore sconfitta e una cessione di territorio a quelle forze criminali che lo Stato dimostrerebbe ancora una volta di volere sconfiggere, ma che in realtà contrasta solo a parole.



Associazione Cittadinanza per la Magistratura

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