L'associazione Cittadinanza per la
Magistratura ci tiene a manifestare ancora una volta la stima per l'operato
degli studenti e del corpo docente del Liceo Danilo Dolci di Palermo che,
supportati da una dirigenza illuminata e particolarmente attenta ai problemi del territorio, da anni
svolgono un'attività curricolare ed extracurricolare costante e fruttuosa. A
tal fine indirizziamo la presente sia al DS che al Collegio Docenti e alla
scuola tutta.
Abbiamo avuto modo di apprezzare, per la
peculiarità della nostra associazione, la particolare valenza del Progetto
Legalità; ma sappiamo perfettamente che la scuola si continua a distinguere per
la speciale pregnanza e tenacia di numerose altre iniziative - che si tramutano
in azioni concrete che attivano un miglioramento reale nel contesto del
territorio.
A questo si aggiunge il lavoro orientato
ad una comunicazione di tipo sociale, tra cui citiamo la produzione autonoma e
autofinanziata di due video che hanno ricevuto il plauso di una giuria
qualificata che li ha portati ad essere selezionati per due anni consecutivi
tra i finalisti del Premio di Cervignano - Udine.
Purtroppo, un istituto come questo - che
rappresenta un reale esempio di Buona Scuola - è sull'orlo del disfacimento,
non solo nello svolgimento delle sue iniziative lodevoli che peraltro rischiano
di concludersi definitivamente per mancanza di fondi, ma soprattutto, e in
maniera grave, nell'offerta dei servizi di base e delle strutture essenziali, ovvero
aule e locali che non siano a rischio di crollo, minacciando l'incolumità degli
utenti e la loro sicurezza - che in questo caso resterebbe solo sulla carta.
Alla luce di tutto ciò, non possiamo
permettere, come associazione, ma ancor più in quanto cittadini, che questa
scuola venga abbandonata al suo destino. Auspichiamo quindi anzitutto la
risoluzione dei problemi più urgenti della scuola da parte degli enti preposti
- in particolare la messa in sicurezza dei locali, in mancanza della quale
questo istituto rischia seriamente di non sopravvivere. Nell’eventuale impossibilità
di poter adeguare l’istituto secondo quanto previsto dalle norme di legge, si auspica
che gli alunni possano essere dotati di una nuova sede nel quartiere; tutto ciò
corrisponderebbe, tra l’altro, al desiderio espresso dal Beato Pino Puglisi che
tanto lottò perché il quartiere di Brancaccio fosse dotato di scuole. Anche Don
Luigi Ciotti, visitando diversi anni addietro l’Istituto Dolci, nel
complimentarsi per l’assegnazione del bene confiscato, auspicava che con il
passare degli anni la scuola potesse avere una sede più idonea. Speriamo le sue
parole non siano lasciate inascoltate.
Infine ci auguriamo una valorizzazione
particolare per un ente educativo che vive la situazione paradossale e
drammatica di essere ripetutamente premiato senza poi avere le condizioni
essenziali per essere definito scuola.
Il Liceo Danilo Dolci di Palermo è
pressoché l'unico presidio di legalità in un territorio a forte dispersione
scolastica e ad alto rischio di criminalità: la sistematica distruzione del servizio
che viene reso da operatori - ricordiamolo, del Ministero dell'Istruzione -
rischia di vanificare un lavoro di anni fatto nella direzione della legalità,
spingendo colpevolmente il quartiere verso il baratro dell'abbandono e del
deterioramento del tessuto sociale: il venire meno di questa presenza dello
Stato nel quartiere di Brancaccio, proprio per le ragioni sopra illustrate,
sarebbe vissuto come un'ulteriore sconfitta e una cessione di territorio a
quelle forze criminali che lo Stato dimostrerebbe ancora una volta di volere
sconfiggere, ma che in realtà contrasta solo a parole.
Associazione
Cittadinanza per la Magistratura
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